lunedì 27 ottobre 2014

14esima dello stipendio

Quando ti lasciai fù a malincuore
dissero è una giusta causa,
dovevi svolgere un compito di salvataggio
se son qui ad aspettare il tuo ritorno forse hai funzionato!

Mah,  di questo non ne sono certo.

Adesso mi manchi tanto
mi mancano le tue cifre tonde
mi manca il tuo essere venale
mi manca il tuo apparire nel mezzo dell’anno
le tue cifre sono ormai sparite  insieme al sorriso.

Ti ho vista seduta ad un bar del corso
bevevi in compagnia della Serenità
che tristezza vedervi insieme a ridere non curanti,
senza la Vergogna, lei non era invitata
d’altronde era una causa giusta.

Un contributo che un lavoratore
con coscienza non può non pagare
perché c’è la crisi,
c’è la stagnazione.
Non capisci che sei un privilegiato perché lavori,
allora devi difenderlo pagando anche tu.

Così per evitare di far fallir l’azienda
lentamente fallisce il lavoratore,
fallisce un futuro,
lentamente fallisce un sogno,
semplicemente aspettando l’alba

2 commenti:

  1. Simpatica e amara, questa poesia sul presente che stiamo vivendo.
    Un presente drammatico per molti versi e molti di noi, ma che spesso si fa finta di non vedere (il presente, che fingiamo di ignorare, ma anche i versi, che dovremmo cambiare davvero, e i molti di noi in miseria...).
    E credo che questo atteggiamento un pò ipocrita degli italiani possa essere molto pericoloso, come chi fa finta di ignorare una grave malattia, che, senza ipocrisia, invece, avanza inesorabile mangiandosi le carni.
    Ma sono sicuro che un popolo è qualcosa di molto complesso, che sfugge alle impressioni che mi portano a generalizzare: sono sicuro che dentro ognuno dei 61 milioni di italiani c'è anche una seria preoccupazione e un desiderio di rivincita che, presto o tardi ci porterà fuori dai guai.
    Ne sono sicuro, più perchè ho un figlio che mi costringe a guardare al futuro con qualche speranza, che non per la fiducia che sembrano ispirare i nostri connazionali...
    Però, certo, una cosa è vera: sono tanti quelli che vogliono un Paese migliore, anche se certe volte finisco per dimenticarmelo...

    Un caro saluto
    Piero

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    1. Piero, sei gentile nel commentare una poesia così particolare, un angolo di storia quotidiana che coinvolge tanti lavoratori dipendenti. Condivido il messaggio di speranza nella rivincita che spero avvenga quanto prima, ma ahimè mi sembra alquanto lontana.
      Grazie per il tempo che hai dedicato alla lettura
      con simpatia
      Francesco

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