domenica 2 novembre 2014

Il sibilo dei cipressi


Non ti porterò nessun fiore
non verrò neanche a trovarti
lascerò che la solitudine ti sia sorella!
Soffierà  ancora il vento tra i vicoli infiorati
ed ascolterai forti le voci dei parenti
a coprir il sibilo dei cipressi.
Ed io, sarò qui,
a sentire nel silenzio di una preghiera
il tuo richiamo lontano.

Quante volte ti ho cercato al di là del fiume dei sogni
tra quelle nebbie che avvolgono come un mantello
le prime luci del giorno.
Perdonami di non esserti stato accanto,
di non averti stretto in un abbraccio
e di non averti detto addio.
Non incrocerò più il tuo sguardo
ma nel mio riflesso
vedrò sempre una parte di te.

14 commenti:

  1. sentimenti fini detti con parole che esprimono il tuo sentire,,,che faccio mio

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    1. grazie per la condivisione, è un piacere leggerti ed essere letto da te

      Francesco

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  2. E' del vivere rammentar chi non c'è più, hai ragione, quel tipo di commemorazione serve più per fare cassa che il culto abbisogna di manifestazioni plateali...ma è dentro che resta il ricordo scavato dagli anni, dalla contentezza di aver conosciuto ed amato e non ce la toglie nessuno...poi rimane quel vuoto che solo il ricordo ravviva.

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    1. è bello ricevere dei commenti per le poesie, ancor più se a farli son poeti come te caro Pasquale, ed un gioire nel leggere che si nutrono assonanze del comune sentire
      grazie con affetto poetico
      Francesco

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  3. ..Ti ho letto in questi giorni da DR...:)

    ...mi piace l'immagine delle nebbie che avvolgono come un mantello.
    ..qui le parole vengono plasmate/creano come argilla.....bella.

    ciaoo Vania:)

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    1. è bello sentire questo piacere che fluisce tra poeta e lettori
      grazie Vania
      ciao, Francesco

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  4. La dolce malinconia del poeta non cessa mai di sentire e dare emozioni
    Grazie, Francesco
    Sorriso serale da Mistral

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    1. siamo un contenitore d'emozione che risuona quando entra in sintonia con la bellezza
      grazie Mistral per te una buona e piacevole serata
      Francesco

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  5. Caro Francesco,
    non ti conosco abbastanza per capire se le tue parole fanno riferimento al dolore reale di una scomparsa luttuosa, oppure si tratta di sentimenti emersi per la ricorrenza di questi giorni.
    Ma nei tuoi versi si respira proprio l'atmosfera mesta del giro in cimitero che credo ognuno di noi abbia compiuto da poco.
    Mi capita abbastanza spesso di andare in giro per cimiteri (a parte le visite di morti di famiglia, intendo); con mia moglie, andando a visitare qualche posto, qualche città, una cosa che facciamo abbastanza frequentemente è proprio la visita ai vecchi cimiteri.
    Ho diverse foto scattate in occasioni di queste visite.
    Trovo che siano luoghi dove si può vedere l'invisibile di un popolo, di una città.
    A parte il dolore dei superstiti, in qualche caso dei sopravvissuti, che resta sempre qualcosa di privato a cui dare rispetto assoluto, i cipressi, le creature di marmo che adornano spesso le tombe o i sepolcri, le storie racchiuse in una semplice foto e due date, aprono spazi per immaginarsi le vite infinite che formicolano su questa povera terra.
    A questo mi piace pensare andando in quei giri sempre un pò mesti, riflettendo sulla fortuna di esserci ancora e sull'inesorabile, inevitabile, unica certezza che purtroppo ci cammina alle spalle.
    Un caro saluto,
    Piero

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    1. Piero, ti ringrazio per la tua lettura attenta e del commento che condivido piacevolmente. La poesia è dedicata al mio papà che data la lontananza non ho salutato nel suo ultimo viaggio e non visito in questi giorni. Sento questo distacco e lo rielaboro per condividerlo.
      Ti saluto con affetto amichevole
      Francesco

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  6. davvero toccante, e anche originale, considerando l'argomento insidioso
    che potrebbe far scadere nella retorica.

    Un caro saluto Francesco

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    1. ciao Massimo, grazie il tuo commento giunge lieto
      Francesco

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