giovedì 12 febbraio 2015

Fuggite voi popoli migranti

Fuggite voi popoli migranti
guerre, carestie, persecuzioni
quante favole racconta il mondo
quante deturpano il vostro presente.
Acquistate la speranza del futuro
dalle  mani sporche dei trafficanti di vita senza scrupoli.
Affrontate viaggi privi di bagaglio, senza passato
senza presente, solo un miraggio di futuro.
Non c’è scelta tra morire e non vivere
offrite la vita alle stelle perché non conoscono confini,
invece sono le tenebre che avvolgono corpi pigiati,
sbattuti da inclementi onde,
non trovate la salvezza nel cielo,
non trovate il futuro nel presente
cadete nell’oscurità, negli abissi dell’umanità,
sparite dalla vita degli uomini in cui non siete mai stati,
tesori custoditi dalle acque, di cui solo Qualcuno
può prendersi cura per l’eternità.
Quanto futuro giace in fondo al mare,
e sono ancora lacrime, 
ancora dolore,

ancora inutili commenti. 

8 commenti:

  1. Un grido sofferto per quanto ogni giorno accade sull'acque della "speranza", perchè niente può il cuore attento del poeta se non riflettere e dare voce al suo pensiero. Molto apprezzata, un saluto Stefania

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    1. Che dire, sono troppo forti le grida dei popoli che migrano in cerca di un presente, che purtroppo non raggiungono la riva come avrebbero voluto. Ti ringrazio per la condivisione e l'apprezzamento.
      Ciao Stefy
      Francesco

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  2. Sono versi di una grande attualità. Come siamo lontani da quelli scritti sulla base della Libertà a Nuova York, dalla poetessa Emma Lazarus...

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    1. Grazie Paul, un'ennesima drammatica storia che ci travolge!
      Bonne soirée

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  3. Poveri relitti umani.
    Destinati a morire nelle acque che rappresentano la salvezza.
    E quelli che si salveranno...avranno sempre la compagnia della morte nel cuore.
    Un caro saluto
    Eloisa

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    1. Una grande tristezza accompagna queste pagine di storia.
      Grazie per il commento
      Francesco

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  4. ***
    Siamo diventati individui tutti.
    Non siamo più popoli e non ci apparteniamo più.
    Gli emigranti, se la sono un po’ cercata.
    Potevano stare a casa loro.
    Chi governa si sposta da Mantova a Roma e fa scena.
    Quelli che aspirano al potere sanno cavalcare la paura di chi si sente invaso a casa sua.
    La sofferenza è l’ascolto della notizia e poi torna l’odio.
    Il razzismo a parole negato.
    Questo tempo fa schifo e nello schifo ci stiamo nutrendocene.
    Il problema di chi muore di fame o in mare, o massacrato da guerre guidate è solo di coloro che muoiono.
    La florida Europa delle banche, l’Occidente del dio denaro hanno altro a cui pensare e girano la testa dall’altra parte.
    I ricchi sempre più ricchi e i poveri più poveri a spartirsi miserie e a combattere le guerre dei poveri.
    Non ci ribelliamo a nessuna ingiustizia.
    Cerchiamo solo il nostro benessere e gli altri che si arrangino.
    I settecento morti domani non saranno più titoli dei mass media e non sono più notizia.
    Mai esistiti.
    Forse siamo già morti noi e non ce ne accorgiamo.
    L’amarezza è tanta, mio caro Francesco, che anche il solo parlarne fa sentire complici e sporchi.
    Siamo chi ci governa, amico mio.

    michele cologna

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    1. Grazie Michele, per il tuo articolato commento che offre ulteriori spunti su cui riflettere. Certo l'amarezza è tanta come tanta è la nostra impotenza, ma non quella dei governanti. Basterebbe ripristinare Mare Nostrum per migliorare e ridurre queste tragedie, ma come dici tu il denaro serve per le banche e per abili faccendieri e non per il popolo.
      Un affettuoso abbraccio caro amico mio.
      Francesco

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