martedì 28 aprile 2015

Una staffetta partigiana


Guardo le vostre fotografie                 
racconti di storie disperse
nei campi ricoperti d’erba
la memoria ritorna tra noi
rende fertile il terreno della società
la celebrazione feconda il seme nelle verdi generazioni. 
S’innalza l’Inno e la mano trattiene il cuore
risplende il ceppo tra corone d’alloro
fasce tricolori sussurrano nei fischi del vento
mentre si spengono i fugaci discorsi di un solo giorno.

Si dispiegano altre foto ingiallite
biciclette con la borsa sulla schiena
portatrice di preziosi messaggi vicino al cuore.
Una nuova missione, nome di battaglia “Laila”
con fulgido sorriso da staffetta fino alla montagna
poi  al comando della brigata “sei quello che vali”
dicevi,  nessuna distinzione di genere.
Raccontaci ancora Laila di quella storia
dove l’ideale nutriva i cuori della Patria. 
Cantaci ancora Bella Ciao
cantaci ancora l’inno per la nostra libertà!

mercoledì 22 aprile 2015

IL GRANDE MALE


Venne la primavera colorata
fiorirono mandorli e ciliegi
ma i loro frutti la mano
amica più non colse
Ballaste voi ignari le ultime danze
nella masseria si spensero tutte le feste.
Fuggite, salvatevi non sentite
la campana tace.
Si udì invece l’urlo di barbaro
orgoglio del grande impero.
Il canto delle allodole si disperse
insieme al popolo dell’arca.

Venne la primavera portando il suo silenzio
le ciliegie caddero a tingere
di vermiglio succo l’amata terra.
Le donne custodi della vita
subirono il martirio per portare
a frutto i bambini.
Non c’è paura nella morte
quanto dolore nella tortura
un viaggio verso l’eterno soffrire
ad annullare l’essere umano
strappandone l’anima

Se non ebbero la vostra fede
si presero la vostra vita.

Viene la primavera
le allodole non ritornano più a fare il nido
le campane suonano altrove
le vostre sono sepolte dall’oblio
senza radici, senza dimora
solo il deserto dell’umanità.

Viene la primavera ora come allora
fioriscono mandorli e ciliegi
il GRANDE MALE è vecchio d’un secolo
ma ancora giovane nel dolore,
vive il silenzio delle urla di genocidio
aspetta ancora sulla collina il vento della verità

mercoledì 15 aprile 2015

Ho trovato un sogno

Ho trovato un sogno nei tuoi occhi
spostando l’alba oltre il tramonto

Ho costruito un nido nel tuo abbraccio
sciogliendo i nodi dei tuoi capelli

Ho sentito il suono dei tuoi pensieri
ascoltando le musiche del vento

Ho colto un sorriso nel tuo respiro
raccogliendo la rugiada al mattino

Ho accarezzato le risposte nelle tue mani
mescolando i colori dell’arcobaleno

Ho immerso il mio cuore nel tuo cuore
inseguendo le onde del mare

Insieme abbiamo disegnato il nostro esistere
nutrendo i germogli della nostra vita 

mercoledì 8 aprile 2015

21Luglio2001



Quella notte ho avvertito il sapore
aspro della paura
il cuore pulsava frenetico e non capivo nulla
sentivo solo disagio per quell’orrore.
Ogni colpo sulla carne demoliva
i pilastri della mia Patria
quelle divise lordate di sangue
puzzavano di terrore.

Tremava la mia voce nelle grida d’innocenza

Io non torturavo ma manifestavo
Tu mi torturavi perchè protestavo
Egli torturava per dovere
Noi non torturavamo dormivamo stanchi e delusi
Voi torturavate per punire la nostra pacifica opposizione
Le forze dello Stato torturavano deliberatamente

Il tempo della Giustizia finalmente ha
tagliato le coltri della calunnia,
della falsità,
della brutalità,
della vergogna
suggellando la VERITA’.

Il sole asciugherà le profonde ferite
sarà balsamo salvifico dei lividi dell’anima
ma non ridarà la fiducia e
neppur il patrio amor perduto!

Dove sono ora i carnefici?
Diligenti operai del terrore
servili aguzzini nelle mani
di quel Ministro della Paura
Forte per l’assenza del reato.
Colpevoli tutti lo siete voi
ancor di più che
vivete nel peccato di aver Torturato
Io manifestavo
Tu torturavi
Egli torturava
Noi protestavamo
Voi torturavate
Essi torturavano

lunedì 6 aprile 2015

Profumo di rose


Oggi mi sono immerso
nel profondo del sogno
tra le braccia
ho respirato profumo di rose
e sono fuggito ebbro di vita
dentro il tuo respiro