sabato 11 luglio 2015

La sindrome dei selfie


C’è tutta un umanità che vive
senza esser osservata. Sguardi
solitari, veloci, quotidiani,
perfino normali nascondono
miniere di pura sensibilità.
Scorrono sentimenti fragili
sotto croste mascherate
urgenze omologate per sopravvivere
senza cadere nel vortice
di un mediocre ciarpame.
Una timidezza protettiva
s’eclissa, vive parallela
alla società dell’apparenza,
della superficialità, vissuta
e attraversata trasversalmente
dalla sindrome dei selfie.

Prendono sopravvento
misere cornacchie vestite come
arroganti avvoltoi che urlano
slogan da improvvisati pulpiti
agli angoli delle strade,
ogni occasione è ghiotta per
avventarsi e ghermire l’indifesa preda.
Versano odio a bruciare nel sangue
e nutrire d’ira il ventre flaccido dell’urbe.
Nessuno a fermarsi e chiedere,
chi siamo noi per esprimere giudizio?
Vediamo invece l’altrui difetto,
indossando noi lustrini di perfezione.

Spogliamoci dal materialismo
che domina le nostre scelte,
di questi abiti che adornano i corpi
e sono inutili allo spirito.
Lasciamoci emozionare dagli sguardi semplici
quelli quotidiani, silenziosi.
Quelli esclusi dalla società
Troveremo un’altra velocità al nostro scorrere,
avremo tempo per la condivisione,
per la tolleranza e soprattutto per l’ascolto.
Ritorniamo ad essere fratelli non nemici,
ad esser sensibili senza vergogna di mostrare la
nostra fragilità umana, guardiamo
l’ampio orizzonte che si aprirà
a far sorgere una nuova umanità.

4 commenti:

  1. In questo caso, si tratta di una poesia fortemente educativa, quasi un saggio di economia civile, perché di costi e benefici si parla, ancorché poeticamente... Grazie, come sempre, del resto.

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  2. le tecnologie aiutano, migliorano la vita. Purtroppo hanno anche queste controindicazioni. E poi, diciamola tutta, la realtà adesso non è più "reale": è vissuta, "agita" come direbbe un filosofo, attraverso lo schermo dello smartphone. Non vedi il Papa mentre passa, vedi il Papa nel tuo smartphone.

    Buona giornata

    Daniele

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    1. E' un tentativo in questo mio scrivere di mettere in rilievo alcuni aspetti malati della superficialità quotidiana.Senza nessuna pretesa di porre la linea tra il bene ed il male, ma con l'intento di riflettere sulle persone ed il loro comportamento.
      Grazie Daniele, per il tuo commento.
      Buona giornata
      Francesco

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