Tu guardi il mare dal cantiere
raccogli il salmastro dal vento
lo mescoli con i pensieri
ne costruisci storie con la matita (un lapis)
scavi, scovi e ascolti le voci della strada,
piene di vita, di lotte, di botte,
di sberle, di pugni e di pesto.
Percorri i caruggi
erosi dal tempo
infili gli sguardi dentro nuovi racconti
ne osservi gli occhi, i colori
bevendoli in un sorso a 40gradi
vulcanicamente sbuffi e soffi materia
in distorsioni virtuali che scendono i gradini
mentre un riff sonoro sale sul terzo gradino
invade le scale verso il paradiso
fino a un dirigibile che raccoglie
le tue e le nostre fantasie
Nel tuo modo di poetare si coglie un'anima che non cerca convulsioni cerebrali. A me piace e mi soffermo a riflettere.
RispondiEliminaQuesto tuo commento è un regalo che conservo nel cuore.
EliminaGrazie Prometeo!