giovedì 29 settembre 2016

Tre e trentasei


Venne la pioggia a lavare le pietre
a portare disagio e nuovo dolore
i giorni passano e tremano le ossa
lo sconforto ha lasciato il vuoto al commiato.
Non c’è tempo per la paura
ma lacrime per scavare volti e macerie
Un cronista chiede cosa si è sentito
alle tre e trentasei: -l’urlo della Terra
ci svegliava con voce tellurica
e un ammasso di pietre ritornava alla natura.-
Dio perdonaci se la nostra mano ha violato
la terra che ci hai donato in prestito,
seppelliscici con frammenti
di croce e calcinacci ma lasciaci
uno spiraglio affinchè
possiamo ancora essere salvati.
C’è un prima e un dopo scolpito nel tempo,
un passato che si sgretola
nella sabbia del presente
e parla fisso dai ruderi al futuro.
Si spengono le luci e arriva l’autunno
nelle tende c’è l’attesa desolante
la ferita sanguina nell’impotenza
si progetta lenta la ricostruzione

ecco una scuola per ricominciare

giovedì 22 settembre 2016

Assolo di poesia

per D.R. in occasione
del suo compleanno
I veli dell’alba
hanno i colori delle emozioni
fiocchi di nuvole mutevoli al vento
come gabbiani del sentimento

Nei canti dell’amore
si ascolta l’eco del cuore
e nei sussurri dell’anima
si compongono i versi che il sonno
ha lasciato tra le dita.

Basta un istante…
l’assolo di poesia si espande dagli occhi
all’odore della carta
che assorbe la verità del vivere
quando il poeta attraversa l’infinito

domenica 11 settembre 2016

Dairago paese dei murales



Non importa da dove vieni
tutto comincia da un cartello
Benvenuti a Daiåghu le paézi dei Murales
Le strade entrano nell’abitato,
tra i muri colorati si animano
le immagini che raccontano un tempo
con giochi, mestieri, canti e allegria,
quando la vita era fertile
di condivisione e semplicità.

I muri del Camaóón nascondono vecchi riti,
gesta dei cavalieri Casati e del Cardinale.
Nei cortili si stendeva l’ombra dei gelsi
dove i nonni raccontavano mille zεmpie
con le mani negli occhi dei bimbi curiosi.
Tutto intorno un paesaggio rurale
con filari di vigne a pizzicare ancora il cuore.
Lì dove i Muroni nutrivano preziosi
bigatti, ora ci sono case e cemento,
nuovi sguardi, nuove voci riempiono le vie
nuovi tessuti intrecciano le maglie del tempo
nuove lingue colorano il futuro
e il paese cresce velocemente.

Nel profilo si erge la Torre Lampugnani
ad accogliere i colori dell’alba
ascoltando il canto del campanile
mentre all’orizzonte domina il Monte Rosa
dalla luce del mattino fino al braciere del tramonto.
S’incamminano le generazioni
sulle strade dei Burgari passando
per la piåza püsé,
crocevia del Palio e di antichi mercati.
La banda con orgoglio cittadino
accompagna i giuramenti nel dì di festa.
Nel vento si gonfiano le bandiere delle contrade
quattro come i punti cardinali,
quattro come le stagioni,
quattro come i segni della croce.

Scivolano le tuse nella via crocifisso
correndo mano nella mano a formare
un girotondo all’albero della Kruzeta
per la preghiera rivolta al cielo
ancora bianco come un fiocco di nuvola
ancora blu, come petali dei fiordalisi.
E poi inseguirsi a nascondino nel parco delle roggie
luogo incantevole ad ogni stagione
il brusio svanisce nei piacevoli canti della natura
sémpar ricca di colori e di profumi
Il cuculo arriva ad ogni primavera,
ad annunciare nell’aria la bella stagione
e sa senti tut le bel parfum da giunghiglia

Ci parla la terra e risponde il busku
nella tradizione s’alimenta la memoria
e ricomincia il ciclo della vita
Benvenuti a Daiåghu le paézi dei Murales