mercoledì 23 novembre 2016

L'incantevole domani

eccomi, arrivo tardi
anche quest’anno
senza versi e senza musica
oggi non ho visto il cielo
la pioggia tamburellava
scroscia ancora adesso
sul davanzale e nelle strade
e un po’ dentro di me.
Non sono pronto
per guardare negli occhi
questo incontenibile scorrere del tempo
ma ascolterò ancora le sue note
e ammirerò i suoi colori
scostando il velo che mi separa
dall'incantevole domani

domenica 20 novembre 2016

Ho raccolto foglie


Ho raccolto foglie
d'ogni forma e colore
le ho pulite con cura
e infilate nelle pagine di un libro
per custodire un anno di memoria
una foglia per ogni foglio
un richiamo per ogni stagione
gemme silenziose dell’inverno
verde tenerezza della primavera
ombra del sole caldo dell'estate
vento colorato dell'autunno
ed è l'amore della terra
che nutre ogni mia sostanza
come leggerissima foglia in volo 

sabato 12 novembre 2016

Il solitario origliere


Io sono uno strano mendicante
Che chiede amore e parole,
sono un solitario emigrante
verso le terre della luce e del sole
Lorenzo Calogero Angelo della mattina

Il solitario origliere riappare tra scaffali
di versi abbandonati e canta poesie alla luna
ritornando a vivere nel cuore dei poeti
Si incontra con gli altri “maledetti”
nella dimensione della poesia
piena di briciole di follia
Un fanciullo d’ispirazione inarrestabile
ignorato dalla fortuna non ebbe allori
sebbene la febbre fluiva intensa
un’emorragia d’inchiostro che colava
nei mille versi impressi sui quaderni
traboccanti di visioni lisergiche e passioni
pagine sudario dell’esistenza di un mendicante
sospeso tra cielo e terra senza amore,
prigioniero del suo mondo fragile
senza complici, né amici.
(Melicuccà era troppo lontano dai salotti)
Nulla rimase a quell’anima solitaria
se non vagolare nell’indifferenza
Chiuso nella sua casa offriva alle parole
la sua vita corteggiando la poesia
fino all’ultimo istante.
Ha lasciato un oceano di versi
vivendo nel vento della follia
Non divenne un uomo tra i tanti
ma un visionario tra illusione e poesia 

mercoledì 9 novembre 2016

Era solo uno scrittore


Il dieci novembre 1995 Ken Saro-Wiwa,
scrittore, intellettuale e attivista politico nigeriano,
un uomo di pace, venne impiccato nel carcere di Port Harcourt
Bussa, bussa ancora nella storia
l’eco della prigione
che trattenne gli ultimi sospiri
Se la morte potesse parlare
quante verità verrebbero svelate…
La libertà è un rettangolo di cielo
una manciata di terra generosa
un racconto, un diario, una poesia,
una lingua, un suono, una casa.
Non si può stare zitti
non basta la gabbia
né le torture, neanche la morte.
Canta ancora la poesia della verità
soffia sulla storia degli Ogoni.
Il popolo chiama la loro guida
la voce sale nel Delta del Niger
depredato e avvelenato
supera il tempo e la polvere
rompe le chiavi della prigione
trasforma bugie in denunce
rabbia in risate
e fucili in parole di silenzio.
Un sogno voleva trasformare il petrolio
in scuole, teatri, in musica e speranza.
In fondo Ken Saro-Wiwa era solo uno scrittore
Mentre la nazionale vinceva
e il popolo festeggiava
il corpo veniva spezzato
ma la voce pacifica quella no,
quella è ancora qui con noi.