Era rosso…
non era la prima volta,
il rosso sbavava sulla guancia
non sarà l’ultimo abuso,
rosso era il liquor
che t’accolse distesa
Le parole accompagnavano
i lividi e divennero denunce
Adesso è un incubo finito.
E’ rosso il rossetto
rossi i petali sparsi
rosse le scarpe della non violenza
rosse le cicatrici che porti con te
rossa è l’alba del rispetto
e della liberazione
È rosso il colore dell’intima carne violata in un impeto bestiale che calpesta la gratuità del dono in un atto di forza brutale e l’uomo in un lungo segmento si tramuta in belva. Raccoglie come preda ciò che è invece reciproco dono del Sé che sfocia in un amplesso d’amore quale fiume che si concede al mare. “Rosso”, anafora che si ripete martellante fino a stordire mente e cuore, tutto è rosso, il sangue che sgorga e la prosecuzione dell’incubo che sempre accompagnerà il colore della bestialità. Intensa, bella poesia. Grazie Francesco.
RispondiEliminaIl nostro contributo alla sensibilizzazione sia costante, ad educare le nuove generazioni, per una società più equa e paritaria.
EliminaGrazie Antonio
Un abbraccio
Lirica intensa.. forte, che colpisce molto per il tema trattato. Mai smettere di denunciare, di condannare questi raccapriccianti abusi ...e speriamo proprio di poter un giorno parlare del rosso solo come colore....grazie Francesco, buona serata, Stefania
RispondiEliminaIntanto un minor numero di vittime sarebbe un risultato, sappiamo che è difficile denunciare se mancano le strutture di protezione, ma è necessario farlo alle prime avvisaglie.
EliminaGrazie per il contributo
Buona serata