martedì 1 marzo 2016

Un decennio

“se di me non avessi anzi paura,
padre, una cosa ti prometterei:
di viver fortemente come te”
Camillo Sbarbaro Pianissimo
Eppure…
ti vedo in un fiocco di nuvola
ti sento nel canto del merlo
t’accarezzo in un soffio di vento
ti respiro nel profumo della primavera
ma è un decennio che non ti vedo
che non ti parlo
che non ti sento
e non ti vivo
per quanto anche un solo istante
senza Te è un vuoto infinito

Nelle nebbie del tempo
si diluiscono i dolori del pensiero
ma i sentimenti bruciano nel cuore
segnano le gote nel caldo scorrere
di un infantile pianto che t’appartiene
e sento pianissimo la tua voce
che suona stanca nella mia mente

6 commenti:

  1. La poesia di Sbarbaro che preferisco... e qui prendi spunto e la fai tua (anche questo è leggere poesie: interagire emozionalmente). La perdita, come ben sappiamo tutti, è una ferita che non si rimargina, però fa comprendere, fa mettere a fuoco - dolorosamente, certo - le priorità della vita, e avvicina come forse mai lo siamo stati poiché unilaterale adesso è quel sentimento.

    Un abbraccio

    Daniele

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    1. Grazie Daniele, in questo periodo mi ritrovo piacevolmente in sintonia con il grande poeta, Lui che seppe ricordare la figura del padre in modo divinatorio.
      Ricambio l'abbraccio affettuosamente

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  2. Complimenti Francesco, versi intensi ed emozionanti per una poesia ispirata e viva come la ferita di una perdita che il tempo non potrà mai rimarginare.
    Buon pomeriggio, Stefania

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  3. I rumori e i suoni di una Vita che ritornano alla vita e " il giorno fu pieno di lampi"

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