martedì 28 febbraio 2017

Ho visto un fanciullo


A Nazario
Ho visto un fanciullo correre tra i colori
della campagna sugli argini d’un ruscello
dove sedeva ad ascoltare la voce
dell’acqua e respirare i primi fiori dell’amore.
Ho visto un giovane nella vigna del padre
raccogliere l’uva della sua amata terra
e andare via dopo il banchetto familiare
lasciando i pampini indorati dal tramonto.
Ho visto un uomo ritornare ad osservare
l’immensità del mare e i barbagli delle onde
interrogando il vento sulla rotta verso Lèucade.
Ho sentito l’emozioni del suo cuore
e la profondità della sua anima
nel canto dell’assenza.
E quanto stupore sommoveva
la sensibile anima dell’uomo
quando nelle pigre ore di luglio
passeggiava tra i sentieri della natura.
Ho letto tutto questo nei versi
modellati con mani e sentimento
legate con corde di liuto che suonano
per mano di Saffo nelle evasioni
tra terra e infinito.
Ho nei miei occhi la sua meraviglia
nel cuore l’eco del suo canto
e sul tavolino i suoi libri pregnanti
del succo liquoroso spremuto dalle sue vene
fonte d’immortale musicalità

1 commento:

  1. Bella poesia! Zeppa di ritorni emotivi concretizzati in recondite armonie; in sonorità lisce e fluenti come le prime acque limpide di un ruscello alpino. Grazie Francesco!!!
    Nazario

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