A volte vorrei essere
sabbia,
per scorrere tra le tue dita,
vorrei essere la renella che scorre nella clessidra del tuo tempo,
sabbia adagiata, trattenuta
sulla tua pelle, memoria di passi inquieti.
Arenile dove si
accavallano le onde per poi scomparire tra i tuoi piedi,
granelli traslucidi che invano resistono alla risacca e
trascinati s’infilano negli anfratti della scogliera del tuo
seno
vorrei essere là dove distesa ti lasci baciare dal sole
svegliata dai gabbiani che nell'aria annunciano la libertà
allora, la mano raccoglie una manciata di rena
la lascia
cadere disegnando una figura
umana mentre
il tuo sospiro soffia
dentro la mia bocca
ridestandomi dal mondo minerale
per rinascere carnale quando il giorno finisce
Al mattino al risveglio non sono sabbia e neppure carne
sono
solo il vento che accarezza le tue guance
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