Il 25 novembre è già
passato
le scarpe rosse ritornano
nell’armadio del tempo
adesso che attraverso la
vita nuda
non ho bisogno d’abiti né
di scarpe né del tuo amore
e tanto meno della tua
violenza.
Mi hai rubato la vita,
volevi strapparmi l’anima
ma quella non appartiene
agli esseri umani.
Ti osservo nel tuo vicolo
cieco di rabbia e frustrazione
di sesso mancato e di
vessazioni infantili,
hai chiesto di
condividere ma con le mani criminali,
dovevi chiederlo col
cuore,
ti avrei ascoltato come
tutte le mamme.
Io non piango più,
non ho paura dello
specchio,
non tremo al suono delle
chiavi o dei passi,
in quella stanza l’eco
delle grida di dolore
sono depositate nel
grigiore delle pareti,
crepe sui muri freddi,
tetri riflessi delle mie
rughe.
Ricordi, mi lasciasti
tremante accovacciata
in quella non vita di una
criminalità domestica
stringevo la mia carne
per sparire
e quando tornasti per tagliare
quella carne
un ultimo urlo soffocato
in gola mi ha salvata
e l’anima è fuggita
libera.
Adesso che attraverso la
vita nuda
non ho bisogno d’abiti né
di scarpe né del tuo amore
troppo sporco di sangue,
perchè ora mi sollevo come polvere e vivo nel vento
Toccante, crudelmente bella
RispondiEliminaGrazie, Francesco
Abbracci
Mistral
grazie, la crudeltà purtroppo è sempre in agguato
Eliminaricambio l'abbraccio
Francesco
Parole gridate nella misura di un silenzio, e senza suono si legge...
RispondiEliminagrazie!
EliminaBrutta cosa la violenza, e soprattutto quella vile contro i più deboli.
RispondiEliminaE' il modo migliore perchè un debole si sfoghi delle sue frustrazioni pensando di essere forte.
Così è per certo uomini, così per certi popoli.
Sono numerosi gli esempi, in questo presente malinconico di crisi economica e morale.
Tu hai voluto mettere in poesia quanto accade, fra sangue, panni rossi, amore calpestato da scarpe assassine.
Hai fatto bene.
E' il modo migliore per dire le cose con la voce del cuore.
Mi hai fatto venire in mente una poesia bellissima sulla violenza.
Di Wislawa Szimborska.
Aspetta, la cerco e te la dedico.
http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Proposta_Poesia&Id=2036
Ecco, TORTURA.
Un caro saluto,
Piero
Piero, parlare di violenza è sempre doloroso, perchè dietro ad essa c'è sempre una persona che soffre, per questo motivo ho scritto dei versi per catturare e fissare le emozioni raccolte durante la preparazione della serata per la giornata contro la violenza sulle donne, affinché possano trovare voce ogni giorno.
EliminaTi ringrazio per la tua visita e per il gradito commento.
Accetto con immenso piacere la dedica e ricambio il saluto
con un abbraccio
Francesco
e ancora ricordo.
RispondiEliminaGrazie Francesco
benvenuta, torna presto ci sono altre poesie meno amare, la vita riserva altri orizzonti.
EliminaCiao
Francesco