Nello scorrere del tempo sali lenta, diafana,
soffice alito della terra, il freddo ti accompagna
mentre invadi gli angoli delle vie, e
rendi anonima anche
la strada amica,
nascondi la profondità e annulli ogni differenza.
Con te le figure si mascherano di morbidi contorni,
le luci si allungano di aloni ingialliti,
suoni dispersi
s’attutiscono.
Ci sono stati tempi in cui eri familiare, quotidiana,
fastidioso disturbo visivo, un muro spesso dilatato nel
tempo
adesso invece vieni a farci visita di rado.
Oggi non sei sorpresa,
tanti ti prevedono e nessuno ti cerca,
molti ti accettano come ricordo dei tempi passati,
quel tempo che nessuno lascia andare, legato ai fili dei
ricordi.
Mentre il meriggio lascia la scena alle ombre serali
cala mestamente il mantello del silenzio,
per il tempo della malinconia.
Qualcuno ti chiama brume,
fog, oppure nebel,
vicino a noi ti conoscono come fümera,
io da bambino ti chiamavo nigghia, adesso …
posso chiamarti scighera.
...sulla terra che si è fatta pianura, quando si leva si chiama fiumana, :-)
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